Lettera aperta di una Biologa

Cercando sul Dizionario l’aggettivo “bello” le prime due definizioni sono abbastanza significative: 1. “si dice di ciò che visto o udito produce nell’animo un sentimento di ammirazione e di piacere disinteressato”;  2. “che piace per l’aspetto morale”.

Ora, viviamo in una società che punta massimamente alla ricerca della bellezza, e su questo nulla da dire, se si considera la Bellezza come qualità propria di qualcosa di Bello, secondo le definizioni precedenti che prevedono una forte connotazione morale. Negli articoli precedenti ho già affrontato il concetto del “Bello e Buono”, ora vorrei fare un’ulteriore considerazione. Vorrei per qualche istante scindere il concetto di Bello in due, considerandolo da due punti di vista, uno meramente esteriore, l’altro più profondo, ma in senso biologico.

Esteticamente, la Bellezza è una variabile che segue l’andamento socioculturale di un Paese e di una Società; ne sono esempi lampanti le rappresentazioni artistiche, partendo dalle sculture greche dell’epoca classica, dove la bellezza era la perfezione di un corpo finemente modellato, simbolo di potere e di efficienza fisica ma anche intellettuale; passando attraverso le raffigurazioni classiche e neoclassiche di sculture dalle curve morbide, esaltate (nella figura femminile) ma leggere allo stesso tempo, simbolo di fertilità, ricchezza di qualità, ma di animo gentile; si considerino i vari ritratti figurativi nella storia dell’Arte che passano dalla visione idealistica che faceva l’eco alla grandezza della Classicità, alla rappresentazione realistica studiata e scandagliata fino a renderla a sua volta irreale e trasfigurata, ma comunque sempre corposa, pulsante, viva.

In ambito cinematografico, e in tutti gli ambiti che vi ruotano attorno, la bellezza ha subito metamorfosi notevoli; un esempio che vale per tutti: dalla donna ideale stile Marilyn Monroe, simbolo di una società che mirava alla prosperità, in un periodo storico dove le problematiche alimentari erano maggiormente di denutrizione e carenze, fino alle attrici moderne che mirano all’androginia, o all’aspetto estremamente filiforme, con qualche tocco di paradosso, passando attraverso il mondo della moda, che ha visto il boom più o meno criticato della figura della “top model” a partire dagli anni ’90, evoluzione della modella più chiacchierata della storia, Twiggy.

Si potrebbe andare avanti a scrivere libri su come il senso del bello si sia evoluto assieme alle società umane, divenendone un elemento descrittivo dell’andamento culturale/economico della società in questione; in questa sede, però, l’ho affrontato solo per arrivare alla seguente conclusione:

il concetto di bello esteriore è volubile, eclettico, relativo e fugace.

Per motivi prettamente economici, si puntano sempre i riflettori su questo tipo di bellezza, usando, abusando e sfruttando tutte le risorse per vendere falsi  miti, false promesse di bellezza, di benessere, raggiungibili in tempi troppo brevi per essere realistici e duraturi; in sostanza si pubblicizzano metodi, diete, trattamenti discutibili che hanno la stessa consistenza della bellezza vana: relativa e fugace.

Ciò che non è fugace, invece, è il concetto di Bello inteso in senso biologico. Il corpo umano, come del resto il corpo di tutte le specie viventi, è un insieme armonico di strutture evolutesi nel tempo per essere in grado di lavorare in perfetto equilibrio, in relazione a se stesso e in relazione all’ambiente esterno. Le funzioni biologiche, pur nella loro varietà fra specie, non sono frutto di mode, non sono passeggere, non sono “capricci del momento”: sono le fondamenta sulle quali si basano le principali risorse di sopravvivenza e sulle quali si costruiscono nel tempo i pensieri, le emozioni, le esperienze, la capacità di adattamento, la plasticità e la dinamicità. Mantenere intatte le funzioni biologiche ed i loro equilibri, significa di conseguenza mantenere lo stato di benessere a 360 gradi e dunque garantire la Bellezza del corpo e della mente.

E questo a prescindere da quale canone estetico vada di moda in un determinato periodo storico.

Come si garantisce la Bellezza biologica?

Di certo, da un punto di vista nutrizionale, non eliminando alcun cibo, evitando le restrizioni estreme, rispettando tutte le classi alimentari che sono ciascuna importante, perché ciascuna fornisce sostanze delle quali il corpo, inteso come macchina che lavora per vivere, ha bisogno. Qualunque restrizione, qualunque eliminazione, se apparentemente a breve tempo donano l’illusione di un certo benessere, a lungo termine diventano come tarli che rodono dall’interno il corpo e portano a disfunzioni, malesseri, patologie anche gravi. Occorre “buon senso” e un briciolo di capacità intellettiva, oltre a tanta coscienza. La moderazione deve diventare la parola chiave in ogni cosa.

Ma cosa ancora più importante è garantire al corpo il movimento, l’attività fisica, una relazione attiva con l’ambiente; sconfiggere l’apatia e la pigrizia, anche con piccoli gesti, è indispensabile per mantenere funzionale il corpo e la mente.

La Bellezza reale, duratura, è quella derivata da un corpo in armonia con le sue funzioni biologiche, vitali, naturali; è quella che, usando parole di ogni giorno, viene definita  “Bellezza interiore”.

 

Dott.ssa Bisi Elena Maria