Scegliere quali cibi acquistare, preparare e mangiare, incluso il gusto preferito, sono decisioni influenzabili dalle condizioni socio-economiche e dalle abitudini acquisite, o dalle opzioni disponibili.
La nutrizione è riconosciuta avere un ruolo importante per la salute e quindi la capacità di preparare e cucinare il cibo ha la potenzialità di influenzare il benessere e la salute della persona.
In tutta Europa è emerso un problema: i giovani non stanno imparando le basi della cucina, in modo da poter essere autonomi nel cucinare i cibi che scelgono. Questo avviene malgrado l’offerta dei prodotti crudi stia aumentando e nonostante l’atto del cucinare stia diventando “popolare”, come evidenziano molti programmi televisivi, libri, riviste di cucina.
Si assiste dunque ad un abbandono della capacità di preparare e cucinare i cibi, con un incremento di scelta verso prodotti già pronti. Alcuni studi hanno dimostrato che la maggior parte della gente ha imparato a cucinare dalle madri; per effetto di un incremento del lavoro delle donne, a tempo più lungo, può succedere che le capacità culinarie non siano trasferite ai figli. Come conseguenza, di nuovo si manifesta un incremento di fiducia nel cibo pronto.
La scelta del cibo pronto viene vista come “convenienza”: risparmio di tempo, minimizzazione dello sforzo fisico e mentale che è necessario per la preparazione del cibo. L’utilizzo dei microonde, l’introduzione di nuovi cibi grazie agli scambi interculturali, l’aumento di abitazioni con persone singole, la diminuzione del mangiare insieme nelle famiglie, tutto porta ad un aumento nella scelta del cibo pronto.
Ma è salutare?
A tutti gli effetti, il cibo preparato a casa tende ad essere più nutriente di quello pronto e la varietà dietetica più sana si raggiunge cucinando regolarmente ingredienti freschi. Cucinare a casa, magari improvvisando, offre al consumatore maggior flessibilità nella scelta degli ingredienti e permette alle linee guida della salute (riferite a nutrienti come il sale, il grasso saturo e lo zucchero) di essere maggiormente seguite e di meglio aiutare a raggiungere una dieta nutrizionalmente bilanciata.
Infatti, individui che sono più coinvolti nell’acquisto e nella preparazione del cibo o che cucinano più frequentemente, sono più abituati a seguire le regole.
Molti studi dimostrano che consumare i pasti in famiglia, compreso anche cenare con altre persone, è legato in modo significativo ad una dieta più adeguata dal punto di vista nutrizionale, con maggiore assunzione di frutta, verdura, cereali e cibi ricchi di calcio. Viceversa, mangiare cibo preparato fuori casa, mangiare passeggiando, è collegato ad una dieta più povera di nutrienti e con più alta assunzione di grassi e grassi saturi.
E’ quindi di grande importanza rieducare le persone verso l’atto del cucinare, e del mangiare in un ambiente sereno, e ad avere coscienza di ciò che si presenta sul piatto.
Dott.ssa Bisi Elena Maria