Recentemente ho avuto modo di discutere con alcune persone sul concetto di “attività fisica”. Come più volte ripetuto, non è possibile pensare di raggiungere traguardi soddisfacenti e duraturi a livello di forma e salute fisica/mentale se ci si concentra esclusivamente sulla Dieta (nel suo reale significato); qualunque regime alimentare, per quanto equilibrato, deve essere sempre associato ad una dose costante di attività fisica. Il motivo è semplice da comprendere: essendo il corpo umano una macchina, nata ed evolutasi per rapportarsi in maniera attiva con l’ambiente esterno, la quota di energia che viene incorporata con gli alimenti deve essere bilanciata con la quota di energia che viene consumata; una parte di questa energia viene consumata con le normali attività fisiologiche del corpo (metabolismo, reazioni di mantenimento, controllo della temperatura corporea, cicli di vita delle cellule, etc), ma tutta l’altra parte di energia che deve essere consumata, va consumata con l’ ”attività fisica”.
Ora, io sostengo che per iniziare a muoversi, per “spezzare” la pigrizia e lo stato di passività nel quale la maggior parte delle persone vive, bastano pochi gesti che come unica caratteristica devono avere la costanza nell’essere praticati. Sostengo infatti che, fatto salvo una persona che abbia particolare passione o predisposizione per un determinato sport (ma in questo caso credo che questa stessa persona sia più facilitata ad essere attiva), non è assolutamente obbligatorio iscriversi in palestra, spendendo cifre considerevoli, per sottoporsi ad esercizi che richiedono attenzione e la presenza di un personale professionista (per non incorrere in altri danni fisici) per poi desistere dopo qualche mese e ritornare allo stato di passività. Questo non significa che io sconsigli “la palestra”, anzi; certo è che deve essere inserita in un programma serio, ben studiato sulla persona, e che questa persona sia davvero motivata. Più della metà delle persone che si iscrivono in palestra, dopo un certo periodo smettono e smettono per noia, perché si stancano, perché cercano una scusa come un’altra per non andare più. Perché? Perché se una cosa non è fatta per uno scopo a lungo termine, se una cosa non è fatta su basi solide, ed in primis, se una cosa non è fatta con piacere o con cognizione di causa, questa cosa prima o poi viene abbandonata. Poiché io sostengo e continuo a sostenere che un miglioramento nello stile di vita è fatto di passi lenti, costanti e duraturi nel tempo, per arrivare ad un equilibrio che tende ad automantenersi, il mio concetto di “attività fisica” parte da gesti quotidiani, gratuiti, semplici, che mirano ad incentivare nel corpo e nella mente la voglia di movimento. Se questa voglia poi aumenta, fa nascere nuovi interessi, ecco allora che si può ampliare il discorso a sport, attività più intense. Ma prima, il corpo deve essere risvegliato con piccoli “scossoni”.
Il termine “attività fisica” comprende tutti quei gesti che comportano un consumo di energia, e questi gesti appartengono alla vita quotidiana: camminare, andare in bicicletta, salire le scale, fare le pulizie di casa, fare la spesa, etc. Un esempio?
Possiamo considerare “esercizi a casa” i seguenti:
· Camminare nella propria casa mentre si parla al telefono
· Camminare verso casa di un amico per fargli visita e poi, magari, con la scusa di un caffè uscire a passeggiare assieme
· Accompagnare a piedi i propri figli mentre si recano a scuola
· Camminare verso l’ufficio postale, il negozio, la tintoria
· Se avete un giardino, dedicatevi ad esso. Il giardinaggio è un modo quotidiano di essere più attivi
· Portare a spasso frequentemente e per almeno 30 minuti il cane (fa bene a voi, fa benissimo al cane)
· Camminare sul posto mentre guardate il programma TV preferito
· Le attività domestiche (spolverare, passare l’aspirapolvere, pulire i pavimenti) sono anch’esse attività fisiche quotidiane
· Ascoltare musica o libri su nastro mentre si cammina aiuta a rendere la camminata più piacevole
· È più importante la distanza della camminata piuttosto che la velocità; è meglio arrivare in più passi ad un passo comodo piuttosto che esaurirsi subito
Esercizi “al lavoro” invece possono essere i seguenti:
· Lasciare la macchina a casa e prendere l’autobus
· Scendere dall’autobus 1 o 2 fermate prima e proseguire a piedi
· Se usate la macchina, parcheggiatela qualche via più in là e proseguire a piedi fino al luogo di lavoro
· Dedicare 10 minuti della pausa pranzo ad una camminata (fa bene al corpo ma anche alla mente, perché aiuta a “staccare” maggiormente e ossigena)
· Camminare verso i banchi dei colleghi di lavoro, invece di usare il telefono o di inviare mail
· Evitare ascensori e prendere le scale
Nel tempo libero, se non si è amanti di particolari sport od hobby (cosa che spesso è dovuta proprio alla pigrizia che va smantellata con questi piccoli gesti), consiglio le seguenti attività, spesso gratuite e gratificanti:
· Prendere la via più lunga quando ci si reca al supermercato
· Visitare un museo, uno zoo, una riserva o parco naturale
· Alternare il ritmo del passo, iniziare con un ritmo blando, per poi accellerare, includere brevi tratti di camminata veloce per poi rallentare verso la fine della camminata
· Dirigersi verso un nuovo percorso a piedi ed esplorare tutti gli scenari
· Incontrare un amico a pranzo presso un ristorante che si possa raggiungere a piedi
· Camminare attorno al ristorante o al parcheggio mentre si attende di essere accomodati
· Invece di parlare al telefono con un amico, incontrarlo per una passeggiata
· Camminare con i bambini nel parco vicino
Una volta che, introdotte queste attività nella vita quotidiana, si è ripristinato lo stato di “movimento” nel corpo, allora è altamente consigliato introdurre anche attività sportive od hobby, che devono essere costanti e per essere tali devono essere scelte in funzione delle proprie passioni e predisposizioni: iscriversi in palestra per quel corso che ci incuriosisce, andare in piscina, per imparare a nuotare o solo per riprendere il proprio stile e migliorarlo, tennis, pallavolo, yoga, calcio, calcetto, arrampicata, equitazione, ciclismo, podismo, etc.
Se non si segue un percorso ben studiato e analizzato sulla persona, così come è inutile parlare di dieta, diventa altrettanto inutile parlare (o “sparlare”) di attività fisica.
Dott.ssa Bisi Elena Maria